Nella splendida cornice di Torre San Marco è stato presentato alla crème della stampa nautica il Vandutch 32, un’imbarcazione «iconica», quasi un’opera d’arte. La location è ideale perché nelle acque lacustri del Garda che circondano Torre San Marco, già in proprietà a Gabriele D’Annunzio, fu a lungo ormeggiato il motoscafo antisommergibile (M.A.S.) il cui nome sulla bocca del Vate diventò “Memento Audere Semper”. Osare, osare sempre, dunque e lo sa bene questo Vandutch 32 che non stonerebbe nemmeno esposto al Pompidou di Parigi o al Modern Art di New York.
Le linee, estese per 9,81 metri di lunghezza e quesi tre di larghezza, sono filanti e sovvengono a quelle imbarcazioni che, con pochi tratti di matita, riescono ad esprimere uno charme ed una classe impareggiabili, peraltro arricchite da performance superiori: in dote al Vadutch 32 c’è un motore Volvo V8 430-CE a benzina, in alternativa due motori Volvo diesel da 2,8 litri a 6 cilindri, le opzioni includono anche il Volvo D6-380/DPI diesel, altrimenti c’è l’upgrade consistente in 2 motori Volvo D4-300/DPI diesel. Nel cockpit s’inserisce bene un display da 12 pollici o, opzionale, da 16 che risponde all’elettronica di Garmin. Ponte e scafo sono in resina vinilestere infusa sotto vuoto. Al posto di comando i rivestimenti raffinati in Silvertex, materiale che assicura un’asciugatura rapida, mentre nel servizio è grazioso il lavello in ceramica.
Guardarla è guardare l’insieme perché l’allure di questa imbarcazione si sposa col contesto come a esserne protagonista ma senza ostentare nessun narcisismo egoistico.
Vandutch 32 penetrante bellezza
Più delle linee di fuga è la forma geometrica tutt’uno che spicca in questa imbarcazione lussuosa, la cui fisicità si riassume in un sincretismo di colori sobri, dal beige al dorato della sabbia, davvero perfetti per ritrarre un’assolutezza slanciata e protesa sull’acqua, dove l’imbarcazione si fonde come a farne integralmente parte, diventando un elemento esclusivo che si aggiunge a essa con stile maturo.
Quando si cerca di descriverla l’imbarcazione suscita quasi circospezione e rispetto: «qualunque aggettivo non vale l’emozione e l’efficacia di vederla in acqua».
Gigi Servidati e Fabio Planamente ( rispettivamente Chairman e Ceo dei Cantieri del Pardo) descrivono soffusamente l’imbarcazione durante la conferenza: «un oggetto davvero particolare perché costruito con materiali decisamente nobili, abbiamo lavorato molto sui pesi che sono contenuti in soli 3mila e 400 chili, consentendo all’imbarcazione delle performance importanti…».
La bellezza però non è fatta soltanto di dettagli: è invece fuggevole, si pregia dell’istante che muta nella velocità. Così il Vandutch 32 risponde ai canoni della bellezza stravolgendoli, e crea da sé la sua idea di estetica che ha attratto gli armatori a cui «è già stata venduta tutta la produzione per l’anno prossimo».
Quanto alla distribuzione l’enfant prodige Vanducth, assorbito recentemente dal Cantiere forlivese del Pardo, ha deciso di «spingersi oltre quelli che sono i normali canali distributivi, quindi il progetto è ambizioso e ha tre location perfette per questa tipologia d’imbarcazione. Stiamo aprendo a Miami, Saint Tropez e alle Baleari, dei Vandutch Center, un concetto abbastanza nuovo nel mondo della nautica.
Sono dei mono-brand dove il cliente viene coccolato, riverito e seguito su tutti gli aspetti, non soltanto per quello che riguarda l’acquisto della barca, ma anche la gestione, le esigenze e i servizi che per un oggetto di questo genere sono veramente importanti. A Saint Tropez avremo poi una novità, una location proprio all’interno del Porto Vecchio».
C’è stupore attorno al Vandutch 32. E il lago di Garda ha accolto un altro segreto che adesso è stato raccontato.