Il GS 80 Custom esce con facilità dal complicato ormeggio a cui era vincolata. E’ l’armatore in persona a manovrare e, con pochi e sapienti colpi alle eliche retrattili di prua e di poppa, siamo fuori in un baleno. Questo maxi yacht può letteralmente evolvere su se stesso in un fazzoletto d’acqua.
Appena fuori ci mettiamo al vento e, con la terza marcia dei winch elettrici posizionati a base d’albero, la randa va a riva velocemente. Poggiamo, spegniamo il motore e, ancor prima di “srollare” l’autovirante, la barca si appoggia sul fianco sinistro e parte a quasi sei nodi di velocità mentre soffiano 8 nodi di vento reale.
L’autovirante viene estratto, messo a segno e, immediatamente, il GS 80 Custom accelera creandosi il suo apparente.
A 28° dal vento stiamo navigando a 8,3 nodi di velocità mentre una folla di persone, ben lontane dall’essere disposte dove dovrebbero per agevolare la situazione, di colpo si ammutolisce e guarda gli strumenti.
Incrocio lo sguardo di Giovanni Ceccarelli, ci sorridiamo, non servono parole per commentare la soddisfazione del momento. Incredibile come, a dispetto delle quasi tre tonnellate aggiuntive di persone a bordo, questo maxi yacht possa scivolare sull’acqua, alla velocità del vento, avendo a riva solo randa ed autovirante.
Chiudo gli occhi e mi immagino la barca deserta, l’armatore al timone e la moglie sdraiata sul divano sottovento.
Il grande winch centrale è a portata di mano per scaricare la randa se il vento rinfresca. In queste condizioni si vira senza toccare un tasto.
Questo 80 piedi si porta con la facilità di un 50 e ha le prestazioni di un racer.
Giovanni mi porta all’albero e mi spiega che questo è il setting da crociera. Mi indica le rotaie per il genoa al 105% che viene usato per passare alla configurazione race del GS 80 Custom, ed è facile pensare a quanto possano ancora aumentare le prestazioni con questa configurazione.
Il vento cala fino a 4/5 nodi di reale e Paolo Semeraro, grande velista e Project Manager di questo maxi yacht, decide di mandare a riva il drifter rollabile.
La vela viene messa a segno e la magia si ripete. La barca riparte ed accelera fino a 7,2 nodi di velocità mentre gli strumenti segnano 5,2 nodi di vento reale, a 38° dall’apparente e a 90° di angolo al reale.
Paolo mi lascia la ruota e si sposta a regolare le vele. Il timone è diretto e preciso, ritrasmette millimetricamente le variazioni di rotta.
La barca è reattiva, sincera, questo GS 80 si conduce letteralmente con due dita.
Il vento cala ancora, si riduce ai minimi. Ma questo yacht non ne vuole proprio sapere di fermarsi, con tre nodi di reale facciamo quattro nodi di velocità.
Nel pomeriggio di ieri c’era più vento e l’armatore, viste le condizioni, è uscito per fare dei bordi. La fortuna ha voluto che anche noi fossimo fuori per il test del GS 48 Performance e, proprio mentre sfioravamo i nove nodi, in una bolina fantastica, lo abbiamo visto arrivare per poi sfrecciare avanti, passandoci agevolmente da sottovento.
Con il drone in volo abbiamo ripreso la scena e, vi confesso, ho provato un filo d’invidia nel vedere questo maxi yacht mentre navigava sbandato, snocciolando con facilità velocità a doppia cifra.
Poi il vento ci lascia del tutto ed è tempo di rientrare all’ormeggio.
Entriamo in porto e, istantaneamente, la vita in banchina si ferma.
Gli sguardi di tutti volgono in nostra direzione mentre il GS 80 Custom evolve elegantemente per andare a prendere posto al molo centrale.
Perché questo maxi non è solo veloce, è anche inconfutabilmente bello.
Descrizione del GS 80 Custom di Cantiere del Pardo