Superyachts

Baltic SY Canova vince il World Superyacht Award 2020

Baltic Canova ha fatto man bassa al World Superyacht Awards 2020 venerdì 13 novembre quando non solo ha vinto nella sua categoria, ma è stato anche giudicato yacht a vela dell’anno.

In certi casi la realtà supera la fantasia ed è proprio questo il caso di Canova.

A differenza del lancio di una nuovissima barca da regata in cui si va in acqua, si sale sull’albero, si issano le vele e si affrontano le prove in mare nel giro di poche ore o giorni, il completamento di questo straordinario yacht ha richiesto molto tempo per essere completato.

Baltic Yachts eccelle nel bilanciare il desiderio di navigare con la necessità di garantire che tutti i sistemi funzionino in modo sicuro ed efficace, nel rispetto degli standard che sono stati raggiunti negli uffici di progettazione.

Spesso nel momento del lancio di un nuova barca si dice che è innovativa.

Ma è veramente così? Capita che le innovazioni siano minime o ristrette in qualche campo specifico della barca, che siano le vele, la domotica, la chiglia, ma non è il caso di Canova.
Questo Yacht di 142 piedi è diverso da tutti e presenta delle innovazioni in ogni campo.

Lo sloop che Baltic Yachts ha costruito e varato in giugno perché in Finlandia si vara sempre al disgelo,  è il frutto dei desideri di un armatore che ha lavorato anni per dar forma al suo desiderio di avere una barca che doveva riunire molte caratteristiche importanti.
Lo sfondo è quello del giro del mondo passando da Panama, ad alta velocità, con il massimo comfort, e una ragionevole autonomia nelle manutenzioni. Infine doveva essere bella, quasi una scultura (e infatti ne esiste un modello in marmo, davvero suggestivo).
Lo stile è contemporaneo, elegante, ma non sfarzoso, perché la purezza del design genera relax, comfort e mette in evidenza i dettagli.
Alla fine, le firme scelte per il progetto sono di Farr Yacht Design per l’ ingegneria navale, Lucio Micheletti per il design degli esterni e ancora Lucio Micheletti con l’ufficio tecnico di Baltic Yacht per gli interni. A questi si aggiungono Gordon Kay che ha disegnato il sistema DSS (Dynamic Stability System), Gurit per il composito, Mattia Belleri project manager per l’armatore.

Canova: Tecnologia e tradizione

Canova è il risultato di un processo creativo totalizzante, una  sinergia che dall’armatore è passata agli amici, ai designer, che hanno costruito il progetto arrivando alla definizione precisa. “Quando abbiamo fatto il primo modellino, lo ho immaginato dentro una bottiglia – racconta Micheletti – E dentro la mia bottiglia vuota, posizionata e costruita la barca, ho pensato alle vele, al vento, alle onde, alla immensità del mare. Solo così, tutto viene ad avere un senso: forse il nostro non è un modellino è un mondo.

Forse esiste un rapporto stretto tra la bellezza delle barche e la felicità dei suoi progettisti”. La barca è uno degli oggetti più difficili da progettare, una sfida assoluta per i designer, che devono essere in grado di combinare gli aspetti abitativi con quelli nautici, le prestazioni con il comfort. E proprio su questi temi si gioca la sfida di Canova: essere una barca totalmente affidabile, assolutamente comoda. Tanto lo fanno le dimensioni: 142 piedi, 140 tonnellate di dislocamento.

Le velocità predette sono molto interessanti, e testimoniano la capacità della barca di navigare alla velocità del vento al lasco sia con venti moderati che con venti forti”. Tradotto significa navigare a 25 nodi con il vento che soffia a 25 nodi con una barca “da crociera”. Queste sono prestazioni che il mondo della vela ha già raggiunto, ma con carene ed equipaggi da regata, non con interni completi e quello che serve per un mese di autonomia.

Principale particolarità di Canova

Lo sloop Canova di 142 piedi di Baltic Yachts è probabilmente il superyacht più complesso e sofisticato mai costruito. Con una vasta gamma di sistemi innovativi e tecnologie all’avanguardia a bordo, la sua caratteristica distintiva è la più grande pinna DSS mai costruita, che ha superato anche le aspettative del suo inventore nelle prove in mare.

Navigando a 15 kts, la pinna DSS ha ridotto l’angolo di sbandamento dello yacht da 30 ° a 18 ° in 20 secondi

La lamina trasversale DSS si trova proprio sotto la cabina del proprietario, quindi il suo funzionamento deve essere obbligatoriamente silenzioso.

Navigando di bolina con 20/24 nodi, la lamina aumenta il VMG di un quarto di nodo riducendo lo sbandamento del 30%, il che significa che genera lo stesso momento raddrizzante di 33 tonnellate di zavorra.
La lamina DSS influisce anche sul beccheggio con una riduzione del 42%.

Struttura ed interni

Questi  risultati sono stati determinanti alcune scelte sulla struttura della carena.

La chiglia è lifting e sale dalla posizione di navigazione che ha un’ immersione di 6,5 metri , portandola a 3,8 metri e a centro barca; molto visibile è la pinna del DSS che servirà soprattutto a limitare lo sbandamento in navigazione.

“Canova interpreta la vera ragione per cui abbiamo inventato il DSS: più comfort, più performance, orizzonti più lunghi e una visione per il futuro – ha detto Gordon Kay di Infinity Yacht.

La pinna, una lunga ala che passa a “riposo” quando non è utilizzata, è al centro della barca e viene spinta in acqua dal lato sottovento durante la navigazione. A questa sono state dedicate molte risorse, è una presenza critica e importante. Altre meraviglie sono la propulsione elettrica, con un attuatore su pod da 420kW che si sente appena, e un idrogeneratore che può caricare e fornire energia anche sottovela, tutti i winch sono assistiti.

Le vele sono costruite da North Sails, è una fornitura seguita dalla veleria italiana che nonostante la grande esperienza dello storico marchio ha rappresentato una sfida importante, un’ espressione eccellente di impiego del sistema costruttivo 3D che realizza vele in un solo pannello.

La randa è una square top sostenuta da una stecca di tre metri e mezzo, con superficie di 570 metri quadri, cui si aggiungono 390 metri quadri di genoa.

Un albero Rondal garantisce alte prestazioni allo yacht.

La coperta è uno dei luoghi dove si comincia a percepire la grande abitabilità della nave, con un passaggio fluido verso la deck house divisa in diversi ambienti fondamentali per la vita dell’armatore e dei suoi ospiti.

Dream Interiors

Sottocoperta un lungo corridoio anticipa il generoso volume dello scafo e porta alla cabina armatoriale posta a centro barca, posizione ottimale per sentire meno il movimento in navigazione e in rada. Illuminata da tre ampie finestrature inserite sulle due murate, ha un letto parzialmente basculante che nasconde anche la scassa del DSS, una struttura di carbonio piuttosto importante. La cabina è fornita di due bagni e doppio guardaroba posto su due livelli.

Verso prua il corridoio con un gioco di pannelli si trasforma in sala Tv o in alternativa una cabina per ospiti con due letti. Verso prua si sviluppano una cabina ospiti con due letti a dritta e una cabina matrimoniale, entrambe fornite di bagno e divaneria. Racconta Lucio Micheletti riguardo le scelte estetiche dei materiali e le decorazioni: “La scelta del non colore vuole affidare il messaggio cromatico ai materiali. Materiali potenti come il bronzo e il marmo, sensuali come il lino e il velluto e complici come il vetro con effetto a specchio, lavorano in perfetta armonia, rompendo l’effetto cromatico del legno”.

Deborah Gigli

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